Test di Wartegg, strumento prezioso per la diagnosi psicologica

Il test di Wartegg è un test di personalità. È uno strumento grafico proiettivo semi strutturato composto da diversi segni stimolo che possiedono una loro precisa identità: ogni segno stimolo può essere ricollegato a specifiche aree della personalità e richiamare alla mente la proiezione di determinate categorie di concetti.

Si presenta come uno strumento semplice che richiede al soggetto di disegnare prendendo spunto dai piccoli segni già presenti all’interno di otto riquadri. Nell’eseguire il test concorrono sia le motivazioni prossime legate ad aspetti percettivi governati dalle leggi della Gestalt, sia motivazioni remote, altamente individualizzate, che si collegano alla psicologia del profondo. Il test quindi ci consente di giungere anche a dinamiche psico affettive del soggetto completamente inconsce grazie al meccanismo della proiezione.

Di questo strumento antico – inizialmente proposto nel secolo scorso dallo psicologo psicoanalista Ehrig Wartegg –oggi esistono diverse versioni, ma la versione ampiamente studiata – e a cui faccio riferimento in questo articolo – è la versione internazionalmente distribuita dall’editore scientifico Hogrefe, che ripropone il test in Italia assieme all’apparato di siglatura e scoring del Crisi Wartegg System (CWS).

Si deve alla dedizione e allo studio del Prof. Alessandro Crisi, psicologo psicoterapeuta e psicodiagnosta, lo studio e l’approfondimento delle potenzialità dello strumento fino alla messa a punto di una nuova metodica ideata dal professore già negli anni ’80, costantemente applicata in ambito clinico, sottoposta a continue verifiche statistiche ed a confronti con alcuni tra i maggiori strumenti psicodiagnostici. Soprattutto dal 1998, la tecnica di impiego del test si è quindi potuta arricchire di un nuovo metodo di somministrazione, siglatura ed interpretazione denominato appunto CWS (Crisi Wartegg System), descritto nella prima edizione del Manuale del Test di Wartegg (Crisi, 1998) e oggi tradotto in diverse lingue.

Il CWS ha subìto, nel tempo, varie modifiche ed aggiornamenti ed il test si è andato sempre più sviluppando nel contesto teorico della Psicologia Dinamica e nel contesto della psicologia analitica di C. G. Jung.

Questo strumento vanta oggi una elevata profondità diagnostica che, grazie alla nuova metodica, ci consente di giungere ad una descrizione globale della personalità, ed è anche in grado di calcolare specifici indici (per esempio delle tendenze suicidarie, tipo di attaccamento e di psicopatologia) di altissimo valore psicodiagnostico. Va sempre utilizzato all’interno di una batteria di test: nessun test da solo può permetterci di fare valutazioni o diagnosi. Se usato con altri strumenti quali il Rorschach test, il Wartegg test mostra un’alta validità incrementale.

Il Wartegg test può essere impiegato sia con i bambini che con gli adulti e sono diversi i suoi campi di applicazioneclinico, peritale, della selezione e dell’orientamento sia scolastico che professionale. Ciò ha permesso di apportare nuovi sviluppi nella nuova metodica d’uso ed elaborare nuovi indici diagnostici.

Il test di Wartegg e la psicodiagnostica forense

In ambito giuridico, il Wartegg test fornisce un prezioso contributo all’esperto chiamato a formulare un parere tecnico. Lo psicologo che esprime una valutazione si assume una grande responsabilità e ha bisogno di avvalersi di strumenti attendibili che abbiano una elevata validità. Il CWS ha dotato lo strumento di un diverso e più solido sistema teorico di riferimento, lo ha reso più agevole restituendogli tutto l’enorme potenziale diagnostico e valutativo riconosciuto oggi dalla comunità scientifica. Validità e attendibilità del test sono comprovate da numerose ricerche. Meta-analisi (Gronnerod & Gronnerod, 2012) hanno riconosciuto al Wartegg Test caratteristiche di validità e attendibilità pari al Rorschach e al MMPI-2. È inoltre l’unico test proiettivo a possedere un ampio campione di riferimento recente, composto da circa 2300 soggetti.

Va inoltre sottolineata la praticità di utilizzo di questo strumento: la somministrazione è facile ed agevole; il Wartegg test risulta di immediata comprensibilità per l’esaminato e lo rende indipendente dal suo livello culturale. Nella fase di somministrazione e analisi dei dati, va tuttavia prestata molta attenzione e importanza al contesto e all’età del soggetto da esaminare. L’impiego del test richiede una specifica preparazione al fine di svolgere una corretta siglatura ed interpretazione di tutti gli indici che il test consente di rilevare.

Nel contesto giuridico e forense, questo test va inserito all’interno di una batteria di strumenti, ragionata e armonica, di supporto al colloquio, che è l’elemento centrale della valutazione psicologica. È particolarmente indicato per l’analisi dei soggetti in età evolutiva nei casi di affidamento, di abuso e di violenza. Nell’adulto, concorre, somministrato con altre prove, alla valutazione della capacità genitoriali e alla valutazione psicodiagnostica complessiva.

È uno strumento che si mantiene vivo grazie ad un sistema di siglatura online sempre aggiornato dalla commissione scientifica dell’IIW, Istituto italiano Wartegg, che tiene conto dell’evoluzione delle conoscenze psicologiche e dei cambiamenti della società in cui il test viene applicato.

Riferimenti bibliografici

  • Crisi A. (1998), Manuale del test di Wartegg, Roma, Ed. Scientifiche Magi, 2007
  • Crisi A., Carlesimo S., Maio S., Manuale di siglatura del test di Wartegg secondo il CWS – Crisi Wartegg System, Roma, Ed. Scientifiche Magi, 2018
  • Crisi A. (2003), “Nuovi indici diagnostici nel test di Wartegg”, in Babele, Rivista di Medicina, Psicologia e Pedagogia, anno VII, n. 24
  • Crisi A., “Il test di Wartegg alla luce della teoria Psicoanalitica di C. G. Jung”, Roma, in Babele, Rivista di Medicina, Psicologia e Pedagogia, anno III, 1998
  • Soilevuo Grønnerød, J., Grønnerød, C. (2012), “The Wartegg Zeichen Test: A Literature Overview and a Meta-Analysis of Reliability and Validity”, in Psychological Assessment, 24(2), pp. 476–489, https://doi.org/10.1037/a0026100
  • Wartegg E. (1937), Il reattivo del disegno, Firenze, Edizioni OS, 1972

(Psicologia in Tribunale, 28/01/2022)